Credo che si debba a Hobbes l’invenzione del
leader carismatico. Dall’origine della storia, fino alla rivoluzione inglese
del seicento, il sovrano o re, lo era per diritto “divino”. La stabilità era data dal “carisma” del diritto
divino o “unzione sacra”. Con il taglio
delle teste “degli unti del signore”, nella rivoluzione Francese, si fa strada la determinazione umana, nello
stabilire il leader. Hobbes sostiene
che una repubblica, non può impedire i continui conflitti fra
cittadini, essendo tutti “lupi” uno contro l’altro, per Hobbes, si ha la
massima convenienza, nel leader, che regoli dall’alto la lotta sanguinosa tra i
sudditi “lupi”.
Ma se sono tutti “lupi” il leader, non è un
“NON LUPO”, ma “PIÙ LUPO”. Quindi parafrasando
Orwell, se tutti gli uomini fossero “lupi” c’è sempre qualcuno più “lupo” degli
altri, che tende al potere e al dominio assoluto. A questo paradosso, se ne aggiunge un
secondo; la storia umana ci dice che i conflitti sociali, sono direttamente proporzionali, alla presenza dei leader carismatici, ai
poteri assoluti, autocratici e dittatoriali.
Tuttavia la congiunzione autoritarismo-
razionalità perdura attraverso gran parte della storia della filosofia e
sociologia. Il leader carismatico che provoca disastri all’interno, viene
considerata come realismo, pragmatismo e razionalità.
Max Weber, dopo aver esaltato lo spirito del
capitalismo, fa ricorso al leader
carismatico per risolvere le contraddizioni del capitalismo. Di fatto la
Repubblica di Weimar, durante la quale Weber scrive queste teorie, è debole e
lacerata da conflitti molto gravi, ma in direzione democratica. Comunque Weber
sarà presto accontentato con un leader carismatico; Hitler. Ancora una volta
l’irrazionalità diventa realtà, attraverso una delle più grandi stragi
dell’umanità ( la guerra) e il più grande genocidio in piena Europa.
Il leader carismatico, non può commettere
errori, quindi il suo potere tende ad essere il più assoluto possibile, non ci
deve essere la possibilità di verificare e di controllare, e deve scaricare, la
colpa di questi errori inevitabili, sui “capri espiatori”, interni e
esterni. Perché un leader ha sempre
bisogno di un capro, nel rapporto carnefice- vittima. Proporre un leader
carismatico di fronte alle difficoltà, e
alle contraddizioni economiche e sociali, , è irrazionale. Credere di
affrontare le contraddizioni, nascondendole, (senza risolverle) significa
proprio da un punto di vista razionale, fermare gli sviluppi verso nuove
soluzioni sociali ed economiche, peggiorando la situazione, aumentando la
proiezione paranoica dei leader carismatici, verso i capri espiatori interni ed
esterni..
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