L’articolo 412 del codice penale recita:
“Chiunque
occulta un cadavere, o una parte di esso, ovvero ne nasconde le ceneri, è
punito con la reclusione fino a tre anni.”
Gli appassionati di gialli e di cronaca sanno che: se non
si trova il cadavere il delitto non esiste e non c’è il colpevole. Ogni crimine
ha la necessità di stabilire la vittima e di conseguenza l’autore del crimine..
se non c’è la vittima, non è stato commesso nessun crimine. L’occultamento di cadavere, serve non ha nascondere il cadavere ma il crimine
commesso..
Alcuni concetti fondamentali:
·
La VITTIMA
non sceglie di essere vittima, è vittima suo malgrado.
·
La VITTIMA non è un soggetto debole, ma il
soggetto passivo del soppruso o violenza.
·
La vittima non può fare il vittimismo, perché
il vittimismo lo fa chi non è vittima.
·
La debolezza non è un disvalore, è una
caratteristica umana come la forza, ed hanno pari dignità umana e sociale. Una
società basata solo sui forti l’abbiamo già vista in quella della Germania
nazista.
Quello dell’occultamento di cadavere è una delle
occupazioni preferite di certe femministe opportuniste liberali. Uno degli
ultimi monologhi, soliloqui, non so come definirlo è questo: http://abbattoimuri.wordpress.com/2014/06/11/lettera-a-una-vittima-di-violenza/
L’inizio: “.Cara
vittima di violenza, parlo con te che la violenza l’hai vissuta per davvero. Io
mi rivolgo a quella che ha avuto la forza e il coraggio di dire No e che ha
mollato ogni pur minima certezza per rintracciare nuove parentesi di libertà.
Parlo con la donna che sta a spalle dritte, che ha uno sguardo fiero, giacché
si sveglia e cammina, con orgoglio, tutti i giorni. Parlo con quella che sa
bene che il vittimismo non risolve niente e che dopo un terremoto c’è da tirare
su le maniche e ricostruire.”
Come detto in precedenza se è realmente vittima non può
fare il vittimismo, perché sono due cose differenti, prendere il dizionario e
controllare il significato dei termini.
Treccani:
Vittima; Chi
soccombe all’altrui inganno e prepotenza, subendo una sopraffazione, un danno,
o venendo comunque perseguitato e oppresso.
Vittimismo; L’inclinazione
a fare la vittima, cioè a considerarsi sempre oppresso,
perseguitato, osteggiato e danneggiato da persone e circostanze, e a
lamentarsene (ma a volte anche a compiacersene)..
Poi non capisco, il coraggio di dire NO a cosa? Quali
cazzo di parentesi di libertà si aprono? Perché denunciare il danno subito vuol
dire piegare le spalle? No! Ritengo che sia tutto il contrario, il coraggio è
di chi denuncia, di chi dice “io sono la vittima” e “ lui/lei il colpevole”. Chi subisce una violenza fisica o morale, la
prima reazione è quella di isolarsi , colpevolizzarsi, di vergognarsi della
propria situazione. Ma dirle : “Parlo con
la donna che sta a spalle dritte, che ha uno sguardo fiero, giacché si sveglia
e cammina, con orgoglio, tutti i giorni.” Vuol dire aggiungere violenza
alla violenza che ha subito. Vuol dire farla sentire inadeguata e confermare
che è stata tutta colpa sua.. ma probabilmente la nostra blogger non ha mai
avuto questo tipo di esperienze e non sa di quello che parla.
Il dominio ha la necessità di farti percepire
l’inevitabilità della sua presenza come una tua sicurezza e garanzia alla tua
libertà.. è ingenuo pensare che non cerchi di sfruttare e colonizzare tutte le
situazioni, e questo si combatte con l’azione diretta e la solidarietà tra gli
sfruttati e le vittime. Mutualismo e solidarietà, queste sono le armi per
combattere il dominio. Il non riconoscere lo stato di vittima o di sfruttato,
vuol dire fare solo il gioco dello sfruttatore e del carnefice, l’impossibilità
di individuare lo sfruttatore e il carnefice.
Ma niente pura, non ho l’intenzione di analizzare tutto
il monologo, farò solo una breve sintesi sul significato:
Sei
stata vittima di una violenza? Fatti una risata, non fare la piagnona, ammesso
che sia vero che sei stata vittima di una violenza, si sa le donne mentono per
inclinazione naturale..
Sei
stata vittima di una violenza? Cerca di essere forte ignora tutto e tutti, non
contribuire a dividere il mondo in buoni e cattivi..perchè se ti ostini a
considerarti vittima, vuol dire che da qualche parte c’è il carnefice, e se non
c’è lo sfruttato non esiste nemmeno lo sfruttatore..fai finta di null, muta e
obbediente, così saremo tutti buoni.
Non
rivendicare il tuo diritto ad essere vittima, perché non ti danno da mangiare,
non ti danno la casa, non serve a nulla se non a rovinare l’esistenza
all’aggressore.
Hai
subito violenza? Datti da fare, tira su il culo e “vai a cercarti un lavoro,
vai a battere pietre, chiodi, quel che vuoi nei luoghi in cui puoi rivendicare
diritti, vai a vivere, accidenti, e smettila di fare la zombie in nome di quel
che accadde anni fa.” Non fare denunce, perché potresti rovinare un bravo padre
di famiglia.
Se
hai subito una violenza, se hai subito un torto, se hai subito un sopruso, non ti mettere a piagnucolare ma nemmeno a
fare la Giuditta, non tagliare la testa a Oloferne, ignora tutto e vai al mare.
Hai
subito violenza? Hai perso il lavoro? Sei stata sfrattata? Tuo marito è
scappato con la gallina di Banderas? Hai rotto i coglioni! “Non hai più scuse,
non ti si può proprio ascoltare, sei di una pesantezza unica, hai rotto le
ovaie, le tue e quelle di molte altre persone…” Non ti aspettare la solidarietà
da altre donne, perché sono di una leggerezza superiore..perchè siamo donne “eccentriche”,
che hanno capito come va il mondo, e tutti gli altri non hanno capito un
cazzo.. Se sei una prostituta e pensi di aver subito violenza, o di essere
sfruttata, vuol dire che hai sbagliato mestiere, perchè non è brutta la
prostituzione, perche fa della donna una donna autodeterminata, ricca e
felice. E se uno pensa il contrario vuol
dir che è una moralista..
Se
il padrone ti chiede di farli un pompino, non esitare, non essere una
femminista moralista, non essere presuntuosa, le donne non hanno mai fatto sesso
per il proprio piacere, vuoi cominciare proprio te adesso.. sei di una
pesantezza unica, hai rotto le ovaie. Poi i pompini fanno molto queer.. Su con la vita , subisci le tue quotidiane
violenze in silenzio e non rompere!
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